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Alla Desert Marathon con Patrizio Fiorini

La terza "Desert Marathon" si è svolta dal 3 all'11 di febbraio 2001 nel bellissimo comprensorio archeologico dell'Akakus, a sud della Libia. Per questa nuova edizione è stata collaudata la nuova formula a tre tappe tutte della lunghezza di una maratona (km 42,195) mentre l'edizione precedente era di 120 chilometri no-stop. Molto bello il duello fra i primi maratoneti che nelle tappe più dure hanno concluso a pochissimi minuti di distacco. Conferma del campione Marco Olmo, che ha preceduto i fortissimi Margroun (franco-tunisino) ed il padovano Mestieri, di 4 e 50 minuti. Ottima gara anche di Civati e Mosta (Francia) che nonostante aver sconfinato in Algeria è riuscito poi a recuperare bene sul gruppo di testa.

Prima tappa

Scattano Civati, Malerba e il fresco vincitore della "Boavista ultramarathon" "Cico" Centrone, seguiti da Olmo, Magroun e Mestieri. Olmo fa valere la sua esperienza su questo territorio e indovina un taglio che suggerirà ai suoi inseguitori un risparmio di tempo notevole. Al traguardo primo Olmo in 2:59, ultimo Renzo Frattari di Roma, 72 anni (!), in 6:15. In questa tappa si registra lo "sconfinamento" in Algeria di Centrone e Mosta che iniziata la tappa assieme hanno seguito delle tracce sbagliate passando un punto molto importante del road-book, l'incrocio con la pista che porta a Djanet. Dopo qualche ora l'organizzatore Patrizio Fiorini, con il binocolo in cima ad una duna altissima ha localizzato i due che stavano già ritornando sui loro passi, stanchi, nervosi l'uno con l'altro per aver suggerito male la direzione... all'arrivo tagliano il traguardo abbracciati.

Seconda tappa

L'organizzazione annuncia una tappa molto dura, infatti il road-book prevede dune e tratti sabbiosi da superare che sicuramente penalizzeranno i "velocisti". Infatti Olmo e Magroun, partiti con prudenza, passano il gruppo al passo delle grandi dune del Takarkouri e finiscono assieme in 3:12. Tappa dura con inizialmente il superamento di una catena di dune alte centocinquanta metri, poi tratti pianeggianti ed in salita di sabbia fino alle piste spettacolari nei canyon formati dall'acqua in tempi lontani (tutta la zona è ricca di reperti archeologici del neolitico), fino all'arrivo al grande arco, un monumento naturale che forma un'arco di pietra alto ottanta metri.

Giorno di riposo

Oggi i maratoneti riposano, mentre i ciclisti della parallela gara riservata alle mountain bike affrontano la tappa più lunga, dopo un breve trasferimento. Qui hanno goduto del bellissimo panorama ed hanno dato coraggio ai ciclisti che affrontavano i novanta chilometri della tappa su un platò fra dune e montagne. Bella serata fra il wady (fiumi in secca) Awiss, in uno scenario lunare con cena al lume di candela, falò e fiaccole.

Terza ed ultima tappa

La terza ed ultima tappa è bella, a tratti veloce, ma difficile come orientamento. Qui lo scenario cambia ancora, la sabbia si alterna alle piste sassose di montagna fra guglie e pinnacoli di roccia a formare un labirinto pieno di tracce di turisti (in realtà a parte il periodo di Natale, non passa nessuno) in cerca di siti archeologici, e quindi l'organizzazione, oltre ad intensificare le segnalazioni, raccomanda una lettura attenta del road-book e della bussola. Nella maratona è tutto da decidere. Magroun alla sua prima esperienza non ha mai mollato Olmo, e dietro da non sottovalutare c'è Mestieri che è solo a tredici minuti dai due di testa. Partenza lenta con brevi tratti sabbiosi, poi sulle piste sassose che attraversano il wady Awiss, per arrivare in un vero labirinto che porta alla piana di Adad, dove giace un monolite a forma di "dito" (Adad) considerato monumento nazionale archeologico. La maratona si conclude con Olmo che controlla Magroun fino a pochi chilometri dall'arrivo, "regalando" la vittoria di tappa al franco-tunisino rispettivamente con 3:18 e 3:19. Mestieri cede un po' nel finale a causa di una notte insonne, anche lui, ma per una gastroenterite che mette a rischio la sua grande prestazione. Alla fine terzo assoluto davanti ai senatori delle gare nel deserto Civati, Malerba, Mosta e Ortolani (il simpatico astronomo padovano). A seguire Mosta, Centrone, Regazzo, Gallo, Chiusaroli, Boni, l'organizzatore della "Boavista Ultramarathon" Zambonelli, Tenti, e il sempre presente Stella. Ultimo ma applauditissimo, Renzo Frattari, un vero guerriero che ha terminato ogni giorno con la battuta pronta, ed una condizione fisica invidiabile. Nel bilancio, ottima manifestazione, tutti sono rimasti molto soddisfatti della nuova formula di gara. Un buon segnale incoraggiante per tutto lo staff dell'organizzazione che è già al lavoro per le prossime edizioni, che si terranno sempre nel bellissimo comprensorio archeologico dell'Akakus, a sud della Libia, dal 29 settembre al 7 ottobre 2001, per una nuova edizione che avrà una tappa in più con partenza a mezzanotte su un percorso illuminato da picchetti fluorescenti e luna piena.

La classifica finale - 1. Olmo Marco (1948, Italia) 9:30 (2:59 + 3:12 + 3:19); 2. Magroun Mohamed (1959, Francia) 9:34 (3:04 + 3:12 + 3:18); 3. Mestieri Fabio (Italia) 10:33 (3:09 + 3:47 + 3:37); 4. Malerba Mario (Italia) 10:57 (3:30 + 3:54 + 3:33); 5. Civati Fabio (Italia) 13:02 (3:59 + 4:46 + 4:17); 6. Mosta Karim (Francia/Tunisia) 13:19 (5:31 + 4:10 + 3:38); 7. Regazzo Roberto (Italia) 13:56 (4:28 + 5:13 + 4:15); 8. Zambonelli Corrado (Italia) 13:58 (4:19 + 5:13 + 4:26); 9. Tenti Giuseppe (Italia) 13:58 (4:19 + 5:13 + 4:26); 10. Ortolani Sergio (Italia) 14:14 (4:40 + 5:20 + 4:14); 11. Gallo Emanuele (Italia) 14:14 (4:40 + 5:20 + 4:14); 12. Centrone Alessandro (Italia) 14:23 (5:31 + 4:40 + 4:12); 13. Stella Luigi (Italia) 16:35 (5:09 + 6:39 + 4:47); 14. Chiusaroli Simone (Italia) 18:13 (5:08 + 6:39 + 6:26); 15. Boni Stefano (Italia) 18:24 (5:12 + 6:46 + 6:26); 16. Frattari Renzo (1930, Italia) 21:14 (6:05 + 7:28 + 7:41).


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