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Il deserto come ultima grande frontiera

 Correre nel deserto rappresenta oggi l'ultima "grande frontiera" del podista e questa vera e propria avventura affrontata a costo di sacrifici in quello straordinario ambiente naturale che è il deserto ha sostituito - nei sogni del corridore - l'altrettanto difficile prova della centochilometri o delle ultramaratone in genere, ormai sentite, per così dire, alla portata di tutti. Sempre più amatori si avvicinano infatti al deserto ed alla formula della corsa-avventura partecipando alle varie manifestazioni che vengono ogni anno allestite da organizzazioni italiane o straniere, al solo scopo di potersi confrontare soprattutto con se stessi, in un ambiente incontaminato, senza velleità di classifica. 


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CORRERE NEL DESERTO ORA IN VERSIONE DIGITALE
Una delle più importanti gare "su sabbia" è senza dubbio l'affascinante "Marathon des Sables" che si disputa ogni anno nel deserto del Marocco e che vede ai nastri di partenza, edizione dopo edizione, un numero sempre maggiore di concorrenti. E proprio alla "Marathon des Sables" che può vantare la meritata fama di "corsa più dura del mondo", è dedicato questo volume, ora anche in versione digitale, opera del canadese Barry Lewis - l'autore di "Running the TransAmerica Footrace" (il libro che tratta della corsa a piedi più lunga del mondo, quella da costa a costa degli Stati Uniti) - che è in pratica un diario della sua esperienza incredibile nel deserto del Sahara come partecipante alla maratona delle sabbie, un racconto insomma pieno di curiosità e consigli che - affiancato ad un capitolo di interviste ai partecipanti italiani - non mancherà di affascinare chi sogna di correre nel deserto.

Gli articoli più letti

 Alla "Boa Vista Ultramarathon" con Roberto Aldovini - Dopo due mesi di sofferenze inumane, di rinunce alimentari, di tempo rubato agli amici e alla vita privata, riesco a sbarcare a Boa Vista. Faccio parte della quarantina di temerari che tra due giorni si lanceranno in un'impresa che ai miei occhi profani appare quasi inumana: centocinquanta chilometri non stop nel deserto.
 Alla "Maratona delle Sabbie" con Piergiorgio Scaramelli - Fuoco, caldo, stelle, odori di fumo, di sudore, sabbia, parole, silenzio, e questo nell'immensità del deserto, dove anche essendo tanti siamo soli. Soli con i propri pensieri, solo per riflettere, e guardarti dentro sperando di vedere il bello che cè dentro il nostro io. Che il deserto sia con noi.
 Alla "Boa Vista Ultramarathon" con Piergiorgio Scaramelli - Il Morro Negro con il suo faro collocato nella sommità che segna il punto più vicino all'Africa, ha deciso la gara di una parte dei concorrenti; tanto temuto anche in passato dai naviganti, indica la via ai marinai, ma la roccia su cui poggia è la causa dei naufragi avvenuti a centinaia in questa zona.
 Alla "Jordan Desert Cup" con Rino Fumagalli - Si corre da subito, la voglia è tanta e Petra è bellissima, sembra di correre dentro un film di Indiana Jones; è subito salita, lo sarà per i primi quaranta chilometri, ma il serbatoio è ancora pieno cosi come è tanta la voglia di dimostrare a se stessi e agli altri che mesi di allenamento non sono passati invano. Il paesaggio mi riempie gli occhi, il cuore, la testa.
 I nostri resoconti dal deserto - Marathon des Sables ma non solo. Boa Vista Ultramarathon, Sahara Marathon, TransMauritienne e molti altri appuntamenti sportivi su sabbia raccontati dagli intrepidi partecipanti.



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